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Pubblicato su Ansa Salute e Benessere

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L’introduzione in Australia, per la prima volta nel mondo, di pacchetti di sigarette di colore unico, con il solo nome ma senza marchi di fabbrica, e con immagini a forti tinte sui danni del fumo alla salute, ha fatto scattare una significativa impennata nel numero di chiamate alla linea verde Quitline, che consiglia e sostiene chi cerca di smettere. I ricercatori dell’Università di Sydney e dell’Istituto per il Cancro hanno studiato le chiamate a Quitline (Linea per smettere) lungo un periodo di nove anni, per esaminare l’effetto che le restrizioni introdotte per legge federale in ottobre 2012 hanno avuto sul volume di telefonate.

Nella ricerca, pubblicata sul Medical Journal of Australia, si è tenuto conto di altri fattori che possono influenzare le chiamate, come le campagne pubblicitarie anti-tabacco, gli aumenti di prezzo delle sigarette, il numero di fumatori nella comunità e le punte stagionali osservate nel periodo di Natale-Capodanno. La modellazione statistica per escludere l’impatto di questi fattori indica che i pacchetti generici hanno fatto scattare un balzo del 78% nelle chiamate settimanali, fra la settimana prima dell’introduzione e quattro settimane dopo. L’effetto è durato circa 10 mesi, durante i quali le chiamate sono gradualmente diminuite fino a circa gli stessi livelli di prima che i pacchetti raggiungessero il mercato.

“L’Australia è stata leader nell’imporre i pacchetti generici, la cui efficacia ora è sostenuta dall’impatto immediato che la normativa ha avuto. Questo dovrebbe incoraggiare altri paesi che preparano una simile legislazione”, scrivono gli autori della ricerca. Nonostante il volume di chiamate a Quitline sia una misura “indiretta” delle intenzioni delle persone di smettere e del loro comportamento, è più obiettiva dei sondaggi in cui le persone possono rispondere alle domande in maniere socialmente desiderabili e non obiettive, aggiungono.

Gli enti di salute pubblica hanno celebrato la ricerca, ma un portavoce per la compagnia del tabacco Philip Morris, che ha lanciato azioni legali contro la normativa, ha dichiarato che non vi sono prove che le persone abbiano smesso di fumare. E ha citato uno studio di London Economics secondo cui “dopo l’introduzione dei pacchetti generici in Australia non vi sono stati cambiamenti nella prevalenza del fumo e nel consumo totale di tabacco”.