Pubblicato su Salute24

Altro che sigarette elettroniche e cerotti alla nicotina. Il vero rimedio contro la tentazione della bionda si chiama frutta&verdura. Carote, fragole e broccoli non solo sono un “bene rifugio” per chi ha smesso con le sigarette e si è convertito ad una vita più virtuosa. I ricercatori della University of Buffalo hanno, infatti, appurato che i consumatori “verdi” sono anche quelli che hanno maggiori chance di farla finita col tabacco. Lo scrivono sulla rivistaNicotine and Tobacco Research, dove, dopo aver esaminato 1.000 fumatori dai 25 anni di età in su, hanno descritto l’effetto barriera dell’orto nel piatto:  “Chi consuma più frutta e verdura rispetto agli altri ha infatti 3 volte più probabilità di smettere di fumare per almeno 1 mese”, spiega Gary Giovino, che ha guidato lo studio. Un dato importante, da non sottovalutare: la “disintossicazione vegetale” funziona indipendentemente da sesso, età e istruzione. Vale a dire, l’abitudine a mangiare sano, che spesso è associata ad altri parametri, come un maggiore reddito, è invece legata al beneficio anti-tabacco direttamente, mentre già era noto “da studi precedenti che chi è in astinenza da sigarette per meno di sei mesi consuma più frutta e verdura rispetto a chi fuma ancora”.

I motivi, spiegano i ricercatori, possono essere molti: cereali, spinaci e insalata, infatti, possono dare un senso di sazietà spegnendo lo stimolo a ricercare la sigaretta. Ma una ragione potrebbe anche essere un’altra: è noto che frutta e verdura peggiorano il sapore del tabacco, che invece carne e caffè esaltano.

Senza dimenticare il potere preventivo e antitumorale di alcuni vegetali. Broccoli, cavoli, broccoletti di Bruxelles, verza – e quindi tutte le crucifere – sono alimenti efficaci nel controllo del cancro. Il potere è in un fitonutriente, ilsulforafano, descritto da molteplici ricerche e su Molecular Cancer dai ricercatori inglesi dell`Institute of Food Research del Norwich Research Park. Le crucifere sarebbero infatti in grado di intervenire nel meccanismo di sviluppo, nella prostata, della cellula cancerogena, bloccandone l`evoluzione. La sperimenteazione sul tessuto prostatico umano e sulle cellule tumorali di alcuni topolini, ha dimostrato che la sostanza chimica sembra inibire la crescita del tumore alla prostata.