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pubblicato su AdnKronos salute

Sigaretta? No grazie. Aiutare sempre più bambini, futuri adulti, a non cadere nel vizio del fumo, ma anche nell’abuso di alcol o droga, è l’obiettivo del progetto ‘Scuola e salute’ dei ministeri dell’Istruzione e della Salute, che ha già ‘educato’ 250 insegnanti e operatori sanitari a guidare i più piccoli nella prevenzione di tutte le dipendenze. Dalla promozione dell’esercizio fisico e della sana alimentazione all’educazione a una corretta igiene orale, fino alla prevenzione del consumo di alcol e tabacco: il progetto ‘Scuola e salute’, che fa parte del programma ‘Guadagnare salute’, “mira a far sviluppare ai bambini una consapevolezza tale da permettere loro di mettere in atto un progetto di vita fatto di scelte libere”, spiega all’Adnkronos Salute Rosa Bianco Finocchiaro, responsabile scientifico dell’iniziativa. “L’Organizzazione mondiale della sanità – prosegue – afferma che il tabagismo è la principale causa di morbilità e di mortalità evitabile nel mondo e che per contrastarlo è necessario mettere in atto interventi globali, con la partecipazione del mondo educativo, sanitario, politico, economico, informativo e del volontariato. L’obiettivo è ridurre a breve termine gli effetti dannosi delle sostanza che creano dipendenza, senza messaggi di divieto che poi, nell’adolescenza, diventano automaticamente tentazioni”. “Tutte le Regioni italiane – evidenzia Bianco Finocchiaro – hanno attivato iniziative in questo senso, nel quadro del progetto ‘Scuola e salute'”. Per esempio, “in Basilicata ce ne sono due. La prima si intitola ‘Piperita e la favola pulita’ e si pone l’obiettivo di sensibilizzare i bimbi, ma soprattutto insegnanti e genitori, a dare il buon esempio: se il bimbo vede la maestra o la mamma fumare, crede che essere grandi significhi automaticamente avere il vizio della sigaretta. Il secondo progetto lucano è ‘Grazie, non fumo’ ed è rivolto a ragazzi delle scuole medie e superiori, con incontri e laboratori ad hoc”.”In Friuli – racconta ancora l’esperta – è stato attivato un progetto di prevenzione che coinvolge la Provincia di Trieste, la Facoltà di Psicologia della città e il Comune. Ancora una volta vengono coinvolti anche gli adulti, con mostre e laboratori creativi per educare alla salute. Infine, in Molise c’è il progetto ‘Le vie del fumo’, che intende affrontare la questione in maniera interdisciplinare, ‘arruolando’ operatori scolastici, sanitari e universitari, con laboratori scientifici, informatici, di analisi immaginativa e artistico-letterari”. Fra le altre ‘buone pratiche’ anche ‘Luoghi di prevenzione’ dell’Emilia Romagna, che entra nelle scuole “dando agli insegnanti, coloro che hanno la maggiore possibilità d’azione – spiega la responsabile del progetto, Sandra Bosi – strumenti multimediali da utilizzare e modificare a seconda della disciplina che insegnano. Che siano professori di italiano, scienze, inglese o matematica, possono prendere spunto dalla loro lezione per entrare nel vivo di tematiche come l’abuso di alcol, di fumo o di droga. L’obiettivo è quello di dare ai ragazzi delle ‘life skill’, cioè le giuste competenze per prendere decisioni libere sulla loro salute”. Sono coinvolte nel programma tutte le scuole della provincia di Reggio Emilia e la metà dei restanti istituti della regione.”Un altro strumento che viene utilizzato con successo all’interno di ‘Luoghi di prevenzione’ – evidenzia Bosi – è quello dell’educazione fra pari: vengono coinvolti giovani volontari delle scuole secondarie di primo grado e delle università, per creare un rapporto attivo con i loro coetanei o con ragazzi di qualche anno più piccoli, con il fine di attivare un dialogo sui temi della salute. In questo caso prevale l’aspetto informale e di intrattenimento. I volontari vengono formati e possono utilizzare dei sussidi anche in questo caso multimediali. Abbiamo davvero tantissimi ragazzi interessati a progetti di cittadinanza attiva in regione”, conclude l’esperta.